Strategie per la ristrutturazione del debito nelle piccole e medie imprese

La ristrutturazione del debito è una delle principali sfide per le piccole e medie imprese (PMI) che si trovano in difficoltà finanziarie. In un contesto economico in continuo cambiamento è essenziale per le aziende poter gestire e ridurre il proprio debito per garantirsi stabilità e crescita nel tempo.

L’entrata in vigore del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (CCII) il 15 luglio 20222 ha reso ancora più strutturata e trasparente la procedura di gestione delle crisi aziendali, offrendo nuovi strumenti e norme per affrontare il sovraindebitamento e trovare accordi sostenibili con i creditori.

Ristrutturazione del debito: di cosa si tratta?

La ristrutturazione del debito consiste in un processo regolato che permette alle aziende in difficoltà di negoziare nuovi accordi di pagamento con i creditori, modificando i termini dei debiti esistenti. La normativa di riferimento in Italia dichiara che: “l’imprenditore in stato di crisi può domandare l’omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti stipulato con i creditori, rappresentanti almeno il 60% dei crediti”.

Attraverso la ristrutturazione, l’impresa può rimodulare le scadenze, rinegoziare i tassi di interesse o, in alcuni casi, ridurre l’importo complessivo del debito. È una soluzione che non solo mira a ripristinare la solvibilità dell’impresa, ma rappresenta anche una salvaguardia per i creditori stessi, i quali riescono a recuperare almeno parte delle somme dovute.

 

Strumenti per la prevenzione della crisi d’impresa

Il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza stabilisce che tutte le aziende devono dotarsi di asset organizzativi, amministrativi e contabili per rilevare in modo tempestivo i segnali di crisi. Ciò significa che le imprese possono adottare alcune pratiche di gestione e monitoraggio finanziario capaci di individuare i primi sintomi di difficoltà, come una diminuzione del cash flow o un aumento dell’indebitamento.

 

Tra le principali misure preventive rientrano:

  • implementazione di strumenti di controllo: bilanci previsionali, cash flow management, per anticipare potenziali problematiche di liquidità;
  • creazione di piani di risparmio e contenimento dei costi: questi piani sono essenziali per limitare le spese non necessario e avere una panoramica complessiva;
  • report finanziari periodici: per avere un quadro chiaro delle performance aziendali e prendere decisioni informate.

 

Come avviene la ristrutturazione del debito?

La ristrutturazione del debito si realizza attraverso un accordo tra il debitore e i creditori, un contratto di tipo privatistico che necessita comunque dell’omologazione. Dopo aver definito i dettagli dell’accordo, quest’ultimo deve essere confermato ufficialmente dal Tribunale, che gli conferisce validità definitiva.

Perché un accordo di ristrutturazione sia efficace, è fondamentale partire da una valutazione approfondita della situazione finanziaria dell’azienda. Per prima cosa, è necessario analizzare il flusso di cassa dell’impresa per determinare se è in grado di far fronte alle spese correnti e ai pagamenti dovuti ai creditori.

In seguito, bisogna effettuare una revisione del bilancio: i conti economici forniscono una visione d’insieme della situazione patrimoniale e finanziaria dell’azienda. In dettaglio, è fondamentale valutare l’equilibrio tra attività e passività.

Alla fine è necessario preparare un piano di ristrutturazione che deve includere un calendario di pagamento rivisitato, eventuali riduzioni di tasso d’interesse e, quando possibile, una rinegoziazione delle somme dovute.

 

Strategie: alcune alternative alla ristrutturazione del debito

Non tutte le crisi aziendali necessitano di una ristrutturazione del debito. A seconda della gravità della situazione, un’impresa può prendere in considerazione altre strategie per migliorare la propria situazione finanziaria, per esempio:

  • ricorso a nuovi finanziamenti: se l’impresa ha buone prospettive di crescita, può essere vantaggioso cercare nuovi prestiti o attrarre investitori esterni. Tuttavia, è importante che queste nuove fonti di finanziamento siano ben calibrate per non aggiungere ulteriori pressioni finanziarie;
  • consolidamento dei debiti: consiste nel rinegoziare un nuovo prestito con condizioni migliori rispetto a quelle dei finanziamenti originari. In questo modo, l’azienda può ottenere un’unica rata di rimborso, spesso con un tasso d’interesse ridotto, semplificando la gestione del debito;
  • ridimensionamento strutturale: nelle situazioni più critiche potrebbe essere necessario ristrutturare l’impresa stessa, riducendo i costi operativi o vendendo asset non essenziali;
  • ottimizzazione delle risorse interne: analizzare i processi interni e migliorare l’efficienza produttiva può portare a una significativa riduzione dei costi e a un miglioramento del cash flow.

 

Per adottare al meglio queste strategie è sempre bene affidarsi a degli esperti in consulenza aziendale, finanziaria e di gestione del debito che, con le loro competenze, possono essere una guida indispensabile per identificare le strategie più adeguate e raggiungere nuovi accordi con i creditori.

 

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